sabato 29 novembre 2014

Catartica illusione

Il 27 novembre il tour catartico è giunto alla sua tappa cosentina. Scenario: l’auditorium dell’Unical. Il sold out era indubitabile per una band del calibro dei Marlene, che con i fans ha stabilito un rapporto solido, alcuni venuti anche da fuori e con l’incertezza di restare in piedi o peggio di non entrare. L’occasione è unica ed è da festeggiare.

I manifesti del concerto in città avevano lasciato man mano posto a quelli elettorali, ma i fans avevano inciso la data sul cuore. Save the date! La musica dei Marlene non delude e ripaga in emozioni fortissime, difficili da contenere.

Nonostante gli anni siano passati, 20 dall’uscita dell’album Catartica, loro conservano un’ energia implacabile che fanno sentire da subito e che trova motivo d’essere in Pansonica, l’album di nuova uscita che contiene tracce inedite di quello stesso periodo.


Il concerto ricostituisce il filo tra i vari brani, che allora era stato “spezzato” dall’uscita dell’album d’esordio di quella che poi diventerà una delle band più rappresentative del rock italiano.

Con “M.K.” si erano presentati al pubblico e ora consolidano il rapporto in ordine sparso, e con l’aggiunta di quello che c’eravamo persi, non perché da meno. Basta ascoltare “Sig. Niente” o “Sotto la luna” che conosciamo ora in versione extended.

“Noi siamo Niente” dice Godano al pubblico e mi fa pensare alla frase di Pasolini ascoltata di recente nel film di Abel Ferrara “Io sono una forma la cui conoscenza è illusione”, per cui non vale la pena forse arrabbiarsi con quelli d’avanti arrivati in ritardo, che si siedono, si alzano, si spostano, e con la ragazza dello staff, che ti chiede nel buio di raggiungere un altro posto che farebbe scomodare circa una trentina di persone; mentre Godano canta e tu stavi bene lì e non davi fastidio a nessuno. Il mondo in cui viviamo è un’ illusione e allora prendiamola così, Godano stesso ci mostra la strada verso ciò che è più importante: la sua musica e l’estasi che possiamo raggiungere attraverso di lei.

Un ritorno alla genesi dunque per il gruppo e per noi, che li abbiamo ascoltati dagli esordi. Avevamo il cd sulla scrivania, più spesso nel lettore.  Pensieri, riflessioni allora chiusi nella mente, ri-trovati nei testi di Godano. L’energia dei suoni ci portava avanti nel mondo, con più ardore e con la voglia di farcela.

Una scoperta della scoperta.

Ascoltarle in un unico spettacolo è delirio! L’energia è fortissima tra i Marlene, e tra loro e il pubblico. Un pubblico che arriva spesso in ritardo agli appuntamenti, ma non di remissivi, che per Godano rinuncia a lamentarsi di non potersi avvicinare al gruppo, anche se la proibizione si scopre poco più tardi essere più che ragionevole: si rischiano danni alla location, ricordiamo che il tutto si è svolto in un teatro.  

Per quel che abbiamo potuto ci siamo mossi e abbiamo cantato, a squarciagola “Nuotando nell’aria”

Abbiamo ri-scoperto un gruppo e un album (anzi due) che possono dare ancora molto, suggestioni pure che ci portano a farci domande scomode ancora su noi stessi: non hanno aperto a caso con “Mala Mela” credo.

Momento catartico davvero per i Marlene, che hanno riproposto con sapiente naturalezza brani di 20 anni fa, e per i fans, che hanno vissuto tutto questo immersi in un passato-futuro.

Sul palco:
Cristiano Godano voce e chitarra
Luca Bergia batteria
Riccardo Tesio chitarra
Luca Saporiti (Lagash) basso                                                                                 
 foto di Carmela Reda

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