giovedì 10 aprile 2014

Townes Van Zandt saved my life!


Verrebbe da dire questa vita del cazzo, ma sarebbe veramente troppo riduttivo.

Ma se io torno a casa e metto Townes Van Zandt nello stereo e secco il bianco ghiacciato vuol dire che il sole che c’è fuori lo vedete solo voi. Io lo intravedo, lo vedrò, ne sono certo, con un po’ di fortuna e soprattutto con un bel coltello fra le mie mani che dovrebbe servire a tagliarmi questa lingua del cazzo.

Una cosa è sicura, a me non piace scrivere tanto quanto parlare.

Leggi un testo e può suscitarti magari qualcosa ma se lo senti cantare è tutta un’altra cosa perché lì senti l’emozione di chi lo canta su una certa frase, in un certo punto, senti la gioia o il dolore.

Lo stesso vale per i messaggi o sms del cazzo, che sia stramaledetto chi l’ha inventati, deve essere il diavolo. Sappi signor diavolo di sta minchia che io non ho più niente da darti. Ho solo la mia miserabile vita, se vuoi anche quella prenditela e levami dal cazzo e goditela te.

Sappiate che con i messaggi non si ascolta la profondità di una parola, e nemmeno lo stato d’animo con cui viene detta e quindi si prestano ad essere travisati.
Ecco perché mi piace parlare.

La tecnologia a volte andrebbe presa e gettata il più lontano possibile perché sono sempre più convinto che sia la causa di parte dei patimenti di questo mondo.

Townes canta “you built your tower strong and tall, can’t you see it’s got to fall someday”
E’ sempre lui che cantava “all born to grow and grown to die”

Nati per crescere e cresciuti per morire, è così vecchio, moriamo ogni benedetto giorno chissà perché. Comincio a sbattermene i coglioni del fatto che sto morendo ogni giorno di più, sarà il destino o Dio o forse sono solo io.
Forse però è bello quando ci sono giorni, come stamani, che ti svegli cantando e sognando…dovrebbero essere tutti così i giorni.

Non è colpa del mondo se non lo sono, è colpa mia che in certi momenti dovrei prendere questo cellulare o altra tecnologia nelle vicinanze e gettarla a un chilometro di distanza da me.

Oppure dovrei solo stare zitto ed entrare in casa mia facendo finta che tutto sia ok, ubriacarmi e aspettare.
Come la famiglia felice del Mulino Bianco no?

Ma noi non siamo dei robot del cazzo quindi 'fanculo.
Quando oggi mi ha chiamato l'amico Stefano sapeva già cosa gli avrei detto.
Si ok, non è che sia un salutista lui, quindi mi ha incoraggiato a seccare questa maledetta bottiglia di vino, però mi ha anche detto cose importanti, che possiamo anche sapere già ma che sentirsele dire fa tutto un altro effetto, soprattutto a chi vive in 40 mq con Townes nello stereo.

Grazie Fratello, questa volta voglio proprio dirtelo e che cazzo.
Queste cose le scrivo solo perché non posso avervi qui, davanti a un fuoco con una chitarra, per raccontarle.
Anche voi raccontereste le vostre storie, ne sono convinto, dovremmo organizzare una cosa del genere un giorno, dovremmo tornare a molti anni fa.

Christy Moore cantava Cry Like A Man, ogni uomo dovrebbe avere la forza di piangere quando si accorge che sbaglia in pieno, io lo faccio troppo spesso, magari sbaglio troppo spesso.

Comunque sia Townes sta cantando Dead Flowers dei Rolling Stones, c’entrano sempre i morti o le cose morte e invece dovremmo pensare a quel che abbiamo qui e ora.

Ieri ho fatto una promessa e io le promesse le mantengo, in ogni caso, sempre, anche se morissi ora, ci potete scommettere le palle.

Volete sapere cosa sta cantando ora Townes? If I Needed You

“If I needed you 
Would you come to me, 
Would you come to me, 
And ease my pain? 
If you needed me 
I would come to you 
I'd swim the seas 
For to ease your pain”

Ti Amo vecchio spirito guida, e non solo te.

Luca Rovini

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