domenica 3 ottobre 2010

José Serra l'oriundo calabrese che guida la destra brasiliana

Josè Serra, figlio di emigranti italiani, ex leader studentesco esiliato durante la dittatura militare, è il candidato del PSDB socialdemocratico alle presidenziali in Brasile. Ha guadagnato il 33,22% dei voti e sarà antagonista al ballottaggio contro Dilma Rousseff, la candidata del Partido dos Trabalhadores (Pt), sostenuta dal presidente uscente Lula che ha guadagnato il 45% dei consensi. Serra ha già perso le elezioni presidenziali del 2002, a vantaggio di Lula.


Curiosamente, Serra, che è un uomo con convinzioni di sinistra, rappresenta oggi l’alternativa di centrodestra alla continuità del governo di sinistra del Partido dos Trabalhadores. Serra è nato nel 1942 a San Paolo nel quartiere della Mooca, tradizionale Little Italy, da Francesco Serra, fruttivendolo, e da Serafina Chirico, entrambi originari di Corigliano Calabro, emigrati in Brasile negli anni ’30 per ragioni politiche. Dal padre, Josè eredita l’impegno di sinistra e diventa leader studentesco e poi nel 1962 fondatore dell’Azione Popolare (partito dei giovani di sinistra).


Con il golpe militare del 1964, si rifugia in Bolivia e poi in Francia, per poi tornare in Brasile clandestinamente, e esiliarsi nuovamente in Cile per otto anni. Dopo il colpo di Stato di Pinochet, viene arrestato ma riesce a rifugiarsi nell’ambasciata d’Italia a Santiago, dove rimane per otto mesi. Va ad insegnare negli Stati Uniti, poi torna in Brasile nel 1977, dove ricomincia la carriera politica. Sarà successivamente deputato (1986-1994), senatore (1994-1996), ministro della Pianificazione (1996) e poi della Sanità (1998-2002) del governo del presidente Fernando Henrique Cardoso, candidato alla presidenza per il Psdb (2002), poi sindaco di San Paolo (2004-2005), governatore dello Stato di San Paolo (2006-2010), e di nuovo candidato del Psdb alla presidenza della Repubblica.


José Serra dopo il secondo turno del 31 Ottobre potrebbe diventare il successore di Lula alla guida del Brasile, ma già adesso ci conferma una cosa: l'unico modo per un calabrese di farsi largo forse è espatriare. Per tutto il resto che mastercazz!

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