domenica 26 settembre 2010

Gandhi era dipendente Telecom Italia



Nella vita uno mica se lo sceglie il lavoro. Passi la tua adolescenza su un campo di calcio a correre sopra e sotto su quella dannata fascia, facendo cross che poi quella mezza sega di attaccante che ti ritrovi in squadra non è capace di convertire in goal. Mica è sempre facile, direte voi, giusto? Qualche volta la cazzimma ti ha portato a dribblare tutto e tutti, inclusi i gufaggi del tuo mister, che non sia mai detto: "Quello lì terzino deve giocare, non spariamo minchiate! E' basso! Mo' che faccio? Mi metto uno basso lì davanti?!?"

Gianfranco Zola, Vincenzo Montella e Totò Schillaci erano tutti giganti, infatti, vero? Ma nella vita uno il suo ruolo non se lo sceglie. Prendete il mio caso. Volevo fare il giudice io; mettere le cose a posto, dare ordine e disciplina in questo marasma di sistema, che poi io mica l’ho capito perché è tutto così incasinato! Che lo sapete voi, per caso?

Insomma, magari giudice era un po’ troppo, papà faceva il postino, e da quello che mi dicono bussava almeno tre, quattro volte, e non sono solo storielle. A me è andata molto meglio però: dopo aver attaccato le scarpette al chiodo sono diventato uno che conta. Che lavoro faccio? Eh, ma come, non lo avete già capito?

Aho, siete de coccio, però: faccio l’amministratore di condominio. Sissignore, non è cosa da tutti, ma sono sempre stato un po’ "amorevole testa de cazzo", me lo dico da solo, e così facciamo prima. Credo che nessuno nella vita possa scegliere il proprio mestiere. Ho sentito dire che anche il nostro Premier, il Silvio Nazionale, avesse altri progetti “in testa”; tipo voleva essere il Charles Trenet italico, mi pare.

Figuratevi. Io volevo essere il nuovo Falcao, ma il destino ha voluto scegliere una strada diversa, e una caviglia intera almeno mi è rimasta, problemi non ce ne sono, se è per questo...

Ogni mattina ti svegli, dai un bacio alla tua compagna e scendi in trincea, perché non è un lavoro per moscibecchi l’amministratore di condominio. E io non sono né babbo natale né il presidente del consiglio, e anzi come dico ogni giorno: “Gandhi non era certo un amministratore di condominio, ma io, Carmine Arbusti, invece si, e credetemi se ve lo dice uno che non per niente mica è gandhiano convinto: voto per quello che voleva fare il Trenet italiano e ne son fiero, io!

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