lunedì 2 novembre 2009

Dylan’s Break # 1




Dylan’s Break # 1

Inizio con una notte di pioggia. Inizio con una notte di Ottobre. Sapete quando vi prende quel senso d’inadeguato rapimento e vi sentite un tutt’uno col respiro cosmico delle tenebre e ogni cosa, ogni pensiero si fa largo nella vostra mente fino a divenire benzina che devasta le pareti del vostro animo

QUESTA è una di quelle notti…

Ma non mi è concesso il riposo adesso, né la solitudine, o meglio non una reale solitudine, in fondo anche questa è una notte mediterranea… Ho letto tre libri che mi riconducono a questo istante, ero sicuro di averli chiusi in una busta legata stretta ad una camicia sbrindellata di ricordi e del trasporto… un letto caldo, ma umido d’amore in gocce madreperlacee. Nuvole veloci e pensieri rapaci di sodomia esplodono nel bagliore di una bottiglia di birra vuota da 66 cl. e mi ritrovo a scappare nudo con addosso soltanto un paio di calzini bianco-dignità

Chiara era fatta così, lo voleva tutto per sé. Nelle sue note di follia, nascoste fra una pentatonica e un sorriso, che abilmente sapeva riporre come melodie acquose dentro il legno di una solid body

In quelle notti d’autunno, quando il Tirreno sembrava capirci meglio di qualsiasi cosa, e sapevamo farci bastare il nostro piccolo sogno intimista a base di tabacco Golden Virginia, pizze d’asporto e dischi di Bob Dylan; in quelle sere dolci e dense come sciroppo di mandorla, sentivo un afrore escapista e sereno. Era vento dell’ovest

E mi chiamarono Demetrio e l’elemento da cui nacqui fu l’acqua. Ed io, colpo singolo in questa notte argentata, mi accingo a ritrovare la via di casa. La mia casa è una periferia silenziosa. Da qui, si dice, non è passato nessuno a portare la Storia. La mia camera è stata ricavata da "una negozio", spesso i miei sogni si svolgono in una bottega di generi alimentari. C’è una bilancia rossa e un’affettatrice grigio metallizzata.

Mio nonno era calzolaio, mio padre impiegato statale, e io mi occupo di schede prepagate. Ma non mi sembra un gran fardello da portare. Credo che il call center sia il viatico necessario della nostra generazione, un segno dei tempi. Stanotte sto ripensando a Chiara, e al mio periodo "carioca". Vi parlo dei miei colleghi, audaci agent, falchi in una notte di rivalsa… Ogni giorno incrociamo in una strana alchimia che pare una danza rituale, fatta di ginseng, caffè, chewing gum al mannitolo e sigarette, le nostre cuffie in una sfida all’O.K. Corral di promozioni e attivazioni commerciali. Soliloquio per un armonicista periferico. Eroe silente obbligato a vivere della propria voce. Discendente di Cassio e d’Eracle e fratello del Mercenario di Tebe.

Mi sento la cosa più vicina al minotauro racchiuso dentro un labirinto che i miei contemporanei chiamarono Open Space

E adesso la mia idea di sentimento si collega con il suono di Beyond Here Lies Nothin’ ...Credo che la mano di Mike Campbell in quel brano sia molto più eloquente di qualsiasi simposio sull’eros.

Ci sono artisti leggendari che hanno fiamme più alte e splendidamente più brillanti e maggiore consenso, come i Beatles, Bruce Springsteen o Michael Jackson, ma Bob Dylan ha un posto unico nella cultura pop. Come l'artista che è stato ed è semplicemente il più influente negli ultimi 40 ultimi anni...

Non male per un piccolo armonicista del Minnesota. Il suo ultimo capolavoro si chiama Forgetful Heart. Nessun cantante ha mantenuto un così elevato standard qualitativo nel corso di una carriera tanto lunga e prolifica come quella del menestrello di Duluth.

Demetrio ha viaggiato indietro nel tempo facendo rotta verso l’Egitto di Iside e Osiride, cercando la rotta degli Argonauti e il vello d’oro della Riscossa, per poi tornare alla sua miserabile esistenza di sconfitto. Nello stereo Dylan biascica un ruvido blues

Attraversa una porta che non sa bene dove lo condurrà. Verso il suo passato, verso una vita altra, o forse solo un giorno nuovo di sole, vento e acqua in una terra verde di rivalsa…

Ma oggi vorrebbe parlare senza più dover rispondere e ascoltare senza sentire sto lamento di tariffe troppo costose, di sogni che non è stato possibile realizzare, promozioni scadute senza rinnovo automatico, soltanto un birillo in una partita a bowling di angeli caduti, mentre sta bevendo la sua splendente armatura invisibile… E’ convinto che il mal di testa sia diretta conseguenza dell’errata fiducia che l’umanità ha riposto nel linguaggio verbale…

E’ così che bisognerebbe vivere l’autunno mediterraneo: scalzi, a bere birra ghiacciata e a fumare Camel senza filtro per contemplar il cielo, ora limpido mentre una ridda di suoni tesse il firmamento del nostro Avvenire. Un soliloquio per piccoli armonicisti di periferia.


“Cuore smemorato come un’ombra vagante nel mio cervello. Tutta la notte sto sveglio ad ascoltare il suono del dolore. La porta è chiusa per sempre, se davvero c’è mai stata una porta” (Bob Dylan)

1 commento:

  1. io vorrei tanto che tu scrivessi un pò più spesso..e invece scrivi sempre più di rado...
    un bacio, Ale.

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